
HOME / VIAGGI / ISLANDA ON THE ROAD / GIORNO 5
Da Egilsstaðir all'Asbyrgi Canyon
La giornata, come da consuetudine, inizia alle prime luci del mattino, il momento migliore per fare un'ottima colazione. Essendo ancora presto, il tempo è grigio a Reyðarfjörður e la nebbia deve ancora diradarsi. Prima di metterci in auto e spostarci verso Egilsstaðir ne approfittiamo per stare una mezz'oretta sulle rive del fiordo Reyðar. Giunto il momento di partire ci mettiamo in auto e, percorsi 35 km, arriviamo a Egilsstaðir. La piccola cittadina non ha molto da offire, decidiamo di fermarci solo per fare il pieno alla Vitara e ci rimettiamo subito in viaggio. La tappa successiva sono le cascate di Dettifoss ma, strada facendo, prendiamo una deviazione.

Ci immettiamo nella Möðrudalsleið (901), una strada che collega Möðrudalur (una località in cui ci sono: 1 chiesa, 1 minuscolo ristorante ed 1 distributore di carburante...fine!) alla Hringvegur (Road 1). Leggiamo un cartello che spiega come dalla 901 si dirama la F 905 che porta all'Herðubreið, un particolare tipo di vulcano dalla cima piatta. Non potendo, però, percorrere le F Roads con una Suzuki Vitara, decidiamo di seguire almeno la 901 e vedere dove ci porta. Il paesaggio è surreale, quasi lunare, tutto intorno a noi solo rilievi di origine vulcanica. Ad un certo punto, accosto l'auto proprio ai piedi di quella che sembra la cima più alta e penso: "Dato che non è possibile arrivare in auto all'Herðubreið, perchè non provare a vedere cosa di può osservare dall'alto?". Chiedo al mio compagno di viaggio se se la sente di affrontare una salita che non sembra proprio una passeggiata e ricevo una risposta affermativa. È fatta, si sale in cima! Iniziamo ad incamminarci e, dopo il primo tratto che sembrava tutto sommato fattibile, la pendenza inizia a diventare sempre più accentutata e la salita più impegnativa. Ad un certo punto mi giro per controllare a che punto fosse Jacopo ma non riesco più a vederlo. E ora? Sono indeciso se tornare indietro e vedere se magari è rientrato in auto o se continuare a salire per avere una miglior visuale dall'alto e, così, rintracciarlo. La fatica è tanta e, non lo nascondo, penso più volte di lasciar perdere. Ma ormai che sono a metà strada (almeno questo era quello che pensavo!) non mollo. Quando sono convinto di essere arrivato finalmente in vetta, mi accorgo che non era quella la cima e che il versante prosegue verso un punto ancora più alto. Questo accade per ben altre due volte!

Piccola parentesi, questa situazione mi ricorda l'episodo dei Simpson ("Il re delle montagne" Stagione 9, Episodio 23) in cui Homer deve scalare il "Corno Assassino", la montagna più alta di Springfield, e guarda sempre la montagna sbagliata credendo che non fosse poi così difficile (sono sicuro che gli appassionati dei Simpson avranno capito al volo!).
Dopo quasi 1 ora e mezza di trekking, misto ad arrampicata, dato che in alcuni tratti bisognava procedere a carponi aiutandosi con le mani, arrivo finalmente in cima e subito guardo giù per vedere se intravedo Jacopo. Ma niente, nessuna traccia. Non nascondo che inizio a preoccuparmi, il vento è molto forte e le mie urla, nel tentativo di chiamarlo, vengono portate altrove. Decido di aspettare e nel frattempo mi godo lo scenario mozzafiato. Da qua su si vede veramente il vulcano Herðubreið ed anche una serie di piccolissimi laghetti che si trovano laddove dalla 901 inizia la F 905.

Nel frattempo, finalmente, scorgo una sagoma che viene verso la vetta. Non essendoci anima viva nel raggio di non so quanti chilometri, non può che essere Jacopo. Per fortuna è lui e, una volta raggiuntomi, mi spiega di aver tentanto di salire da un versante che, all'inizio, sembrava meno ripido ma che poi diventava praticamente verticale e quindi è dovuto tornare al punto di partenza per seguire il percorso che avevamo iniziato insieme.

Restiamo un pò qui su a godere ancora di un paesaggio mozzafiato. La fatica per raggiungere la cima è stata ampiamente ripagata. Adesso non ci resta che scendere per rimetterci nuovamente in auto che, adesso, sembra un piccolissimo puntino in lontananza. La discesa non è faticosa come la salita ma bisogna stare attenti a non ruzzolare giù nei tratti più ripidi! Arriviamo finalmente in auto, oramai è ora di pranzo e non ci resta che avviarci verso la cascata Dettifoss.

Arrivati alla cascata Dettifoss, che letteralmente significa "Cascata della rovina", ci troviamo di fronte a quella che è la più imponente cascata d'Europa. Nonostante il suo salto sia di "soli" 44 metri, la potenza con la quale le acque fangose si riversano nella gola è, a dir poco, impressionante. Osservarla da vicino lascia senza fiato e trasmette un senso di impotenza nei confronti della forza della natura. Bisogna stare attenti a non avvicinarsi troppo perchè il terreno è estremamente scivoloso e una caduta in queste acque non lascerebbe alcuno scampo. Questa è una di quelle occasioni in cui si capisce quanto rispetto bisogna portare alla nostra Madre Terra. Lo spettacolo terrificante viene allietato dalla formazione di arcobaleni, generati dai massivi spruzzi d'acqua, che sono piuttosto frequenti nelle giornate di sole.

Arriva il momento di spostarci a 25 km dalla cascata Dettifoss per raggiungere le rocce basaltiche di Hljóðaklettar, in islandese "Scogliere Mormoranti". Il loro nome è dovuto al suono delle acque del fiume che viene amplificato e distorto dalla forma delle rocce che sembrano quasi mormorare. La caratteristica peculiare di queste formazioni rocciose è quella di avere le forme più varie e strane possibili che si prestano a molteplici interpretazioni, a seconda della fantasia dell'osservatore. Alcune leggende narrano che tra queste rocce vi siano anche due troll pietrificati: Karl e Kerling (il Gigante e la Vecchia).

Ultima tappa della giornata è l'Asbyrgi Canyon, soprannominato il "Rifugio degli Dei". Arriviamo però troppo tardi per poter iniziare il trekking e salire lungo la parte rocciosa che arriva ad un'altezza di 100 metri e da cui si può ammirare questo bellissimo Canyon a forma di ferro di cavallo. Non ci resta, dunque, che scattare qualche foto in lontananza e avviarci verso la guesthouse dove trascorreremo la notte.

Il Viaggio continua...